Un approccio al tema dei rifiuti come problema di consumo e di produzione per comprendere le relazioni dell’ambiente con l’economia e la società

Sono ormai palesi i problemi legati a una cattiva gestione dei rifiuti.
Per anni abbiamo privilegiato un modello economico non sostenibile, i cui obiettivi di crescita non hanno tenuto conto della capacità naturale degli ecosistemi di rigenerare le risorse necessarie all’uomo senza compromettere la sua sopravvivenza, né delle conseguenze che le attività umane hanno sull’ambiente, sulle risorse naturali e spesso nemmeno sul benessere e la salute delle persone.
Si è mostrato molto poco interesse per le generazioni future, privilegiando l’attenzione sul presente senza uno sguardo lungimirante.
Affrontare questi problemi e invertire la rotta non è più rimandabile.
E le soluzioni non possono essere sporadiche e contingenti. Bisogna implementare un sistema economico produttivo che promuova una cultura della riduzione, del riutilizzo e del riciclaggio, quindi beni di consumo di maggiore durata, sviluppo di nuove tecnologie pulite e un sistema normativo adeguato.
Dobbiamo conciliare i limiti del pianeta con la crescita delle produzioni e dei consumi dovuta alla pressione demografica e all’aumento del potere d’acquisto nei paesi emergenti.

L’impronta ecologica evidenzia che stiamo consumando più risorse di quante potremmo, che stiamo intaccando cioè il capitale naturale e che nel futuro potremo disporre di meno materie prime per soddisfare i nostri bisogni.

(Living Planet Report 2008)

La superficie biologicamente produttiva del pianeta disponibile a persona è di circa 1,8 ettari.

In Italia, con l’attuale stile di vita, sono richiesti circa 4,8 ettari di superficie a persona, a fronte di una capacità ecologica di circa 1,2 ettari a persona. Questo significa che il territorio italiano non basta a soddisfare l’attuale consumo di risorse degli italiani: abbiamo un deficit ecologico di 3,6 ettari a persona.
L’Italia si trova al ventiquattresimo posto nella lista delle maggiori impronte ecologiche del mondo.
Per mantenere i nostri attuali livelli di consumo servirebbero circa altre due Italia e se tutta la popolazione della terra consumasse come noi, per soddisfare i bisogni di tutti servirebbero più di tre mondi.

L’impronta ecologica può essere considerata anche da un punto di vista energetico, considerando l’emissione di diossido di carbonio in relazione alla quantità di foreste necessarie per assorbire le tonnellate di CO2.
Per questi motivi il parametro dell’impronta ecologica è inserito tra gli indicatori comuni europei per la valutazione degli impatti ambientali, in modo da fornire alle amministrazioni indicazioni sulle criticità relative al proprio territorio, oltre alle possibili soluzioni e agli strumenti adottabili per il raggiungimento di una maggiore sostenibilità.
Riciclando, favorendo la riduzione degli imballaggi e incentivando la produzione e l’acquisto di beni durevoli si riducono i rifiuti e si risparmiano risorse ed energia; in tal modo si incentivano inoltre la ricerca e l’innovazione tecnologica che porteranno a una produzione di minor impatto ambientale.

– in che modo TC contribuisce a ridurre l’IE?
– impronta ecologica sarda?

calcolo impronta ecologica

Un ecosistema unico

I rifiuti non rappresentano solo un problema di consumo, ma anche di produzione. Per questo è importante analizzare il tema dei rifiuti nel contesto più ampio delle relazioni tra economia, ambiente e società.

Tecnocasic è inserito nella laguna di Santa Gilla, una zona umida di grandissima importanza naturalistica, con ambienti di acque dolci e salmastre, collegata con il golfo di Cagliari. Grazie all’equilibrio di questi ambienti diversi e interagenti, nella laguna trovano dimora e si riproducono moltissime specie di uccelli tra i quali i fenicotteri rosa, cormorani, anatre, aironi e cavalieri d’Italia.

Consapevole e rispettoso del luogo in cui opera, Tecnocasic ha commissionato al Dipartimento di Ecologia dell’Università di Roma “La Sapienza” lo studio della carrying capacity dello stagno di Cagliari e degli ambiti naturali collegati.
Unico caso in Italia in cui un committente privato si fa carico di far esaminare l’ambiente ecologico, in qualche misura, connesso con il territorio nel quale esercita la propria attività.
Lo studio ha definito con rigorosa metodologia scientifica la cosiddetta impronta ambientale della zona umida dello stagno di Cagliari rappresentata da tutte le specie presenti in questo vasto e complesso sistema ecologico.
Ha effettuato, inoltre, la stima del massimo carico di stress ancora sopportabile per effetto delle attività esercitate nelle sue immediate vicinanze, riscontrando in sostanza il buono stato di salute dello stagno di Cagliari.

Abbiamo dati più specifici?

Menu